Il monitoraggio agronomico tramite drone sta rivoluzionando la gestione dei terreni agricoli, offrendo strumenti avanzati per analizzare in dettaglio lo stato delle colture e del suolo. Grazie all’uso combinato di immagini multispettrali e indici vegetazionali, oggi è possibile ottenere una visione chiara e immediata della salute del campo, intervenendo in modo mirato e sostenibile. L’esperienza di monitoraggio condotta lo dimostra: ecco come le tecnologie impiegate hanno permesso un’analisi precisa e funzionale del terreno coltivato.

Ortofoto e mappatura ad alta risoluzione

Attraverso il sorvolo del campo con un drone, è stata realizzata un’ortofoto dettagliata dell’intera area coltivata. La mappa ha rivelato un’ottima uniformità generale, ma anche zone a diversa colorazione, segnale di variazioni nella copertura vegetativa. Questo tipo di rappresentazione è essenziale per confronti temporali e per geolocalizzare con precisione eventuali anomalie.

Indici vegetazionali: fotografia dello stato del campo

L’analisi è stata approfondita tramite l’elaborazione di vari indici, ciascuno dei quali fornisce informazioni cruciali:

LAI (Leaf Area Index): ha mostrato una copertura fogliare in generale buona, ma non omogenea. Zone con LAI basso implicano una minore capacità fotosintetica e potenzialità produttiva ridotta.

NDVI (Normalized Difference Vegetation Index): ha evidenziato uno stato vegetativo generalmente buono, ma anche alcune aree marginali con stress evidente, potenzialmente dovuto a malattie o carenze nutrizionali.

NDWI (Normalized Difference Water Index): ha rilevato una discreta umidità nel suolo, ma anche zone secche da tenere sotto controllo per evitare stress idrico.

VARI (Visible Atmospherically Resistant Index): utile per una valutazione rapida dell’attività vegetativa, ha indicato aree a crescita irregolare, spesso ai margini o in zone ombreggiate.

GNDVI (Green NDVI): con maggiore sensibilità per le colture a foglia larga, ha suggerito possibili deficit nutrizionali in alcune porzioni del campo.

EXG (Excess Green Index): ha confermato un buon vigore vegetativo, ma anche aree potenzialmente soggette a infestazioni o germinazione insufficiente.

Azioni mirate per una gestione sostenibile

Le analisi hanno portato a specifiche raccomandazioni operative:

Monitoraggi periodici per osservare l’evoluzione dello stato vegetativo e la risposta agli interventi.

Ispezione diretta delle zone critiche, evidenziate da valori anomali.

Irrigazione mirata nelle aree più secche per mitigare lo stress idrico.

Analisi del terreno per identificare carenze nutrizionali laddove si è riscontrata scarsa attività fotosintetica.

Conclusioni

Il caso conferma come il monitoraggio agronomico tramite drone non sia solo una soluzione tecnologica d’avanguardia, ma un vero alleato per un’agricoltura più efficiente, precisa e sostenibile. Identificare precocemente le criticità, ottimizzare l’uso delle risorse e migliorare la resa delle colture è oggi possibile grazie a una visione aerea dettagliata, analisi multispettrali e un approccio integrato alla gestione del suolo. In un’epoca in cui sostenibilità e produttività devono andare di pari passo, il monitoraggio con drone rappresenta una risorsa strategica imprescindibile per il futuro dell’agricoltura.